Silvio non si ferma alle riprese di Errica dentro casa, vuole vederla nella sua quotidianità, riprendere i dettagli della vita di una donna “come noi” che si divide tra il lavoro, le figlie e il marito.
Le riprese all’esterno cominciano di mattina presto, quando accompagna le bambine a scuola, a piedi “perchè le scuole sono vicine e camminare ci fa bene”.
E’ tutto molto rumoroso e animato, non è facile destreggiarsi tra la necessità di riprendere lei che si muove tra le strade di periferia ed il divieto di riprendere le bambine. Si cerca in ogni inquadratura una mediazione tra le due esigenze. Il montaggio farà il resto.
La giornata lavorativa inizia al bar, mentre prende il caffè Errica comincia a fare telefonate per coordinare le attività della settimana del benessere sessuale che è alle porte.
Ha una giornata ricca di appuntamenti, che si snoda tra i diversi luoghi della città.
Ogni volta si allestisce, quindi, un nuovo set di ripresa, si studia la luce e lo spazio per definire le migliori inquadrature, e si tendono a minimizzare gli imprevisti facendo in modo che la protagonista possa mantenere la spontaneità e la naturalezza che le sono proprie.
La troupe sviluppa rapidamente un’attitudine a bloccare curiosi e malati di protagonismo, in modo che non disturbino quello che accade.
Errica raggiunge i vari luoghi a piedi, raccontandoci la sua città, fermandosi a chiacchierare con amici e conoscenti.
Tra gli altri incontra Stefania Quarta, che anima l’associazione Lu Pilu e Lu ’nsartu ( versione salentina di “tira più un pelo di fica che un carro di buoi”, letteralmente “Il pelo e la fune”) ed organizza le attività della settimana successiva.